venerdì 7 dicembre 2007

Il perché di un partito, la storia

Le Associazioni Venatorie

La difficile, ma coraggiosa, idea di costituire il partito dei cacciatori nel momento in cui la politica italiana vive la fase più acuta della sua atavica confusione, molto probabilmente per taluni potrebbe apparire - come ci suggerisce un anonimo visitatore del nostro blog - “… l’idea più risibile degli ultimi anni…”.
La democrazia impone sempre il rispetto delle idee altrui, ma fortunatamente consente anche libertà di critica la quale, nel caso di specie, induce a valutare come modesto il grado di cultura dell’interlocutore il che, se da un lato lo giustifica per una così grave affermazione, dall’altro non lo assolve per la scarsa sensibilità dimostrata verso i problemi legati al mondo venatorio e all’influenza negativa che la scarsa attenzione sugli stessi provoca sul relativo indotto economico e verso le legittime aspettative, le esigenze e le richieste dei cacciatori, da troppo tempo bistrattati dal politico(falso)ecologista di turno.
Sarebbe, dunque, opportuno che il nostro interlocutore si acculturi - ove mai avesse la volontà e la pazienza di seguire questi brevi interventi che, a partire da oggi, saranno sul blog - sulle nostre esigenze, le nostre richieste e sul perché, delusi dal comportamento di chi ci rappresenta, o meglio dovrebbe rappresentarci, abbiamo deciso di costituire

Il Nostro Partito

L’attuale e sempre crescente malumore dei cacciatori ha origini remote tutte legate da un comune filo conduttore: la consapevolezza dell’immobilismo ( che credo sia voluto ) delle associazioni venatorie le quali, nonostante abbiano il dovere istituzionale di provvedere alla difesa dei nostri diritti, in quest’ultimo decennio, o forse più, sono scese in campo solo per rivendicare fra loro il ruolo del più forte, ma mai per ostacolare e combattere i soprusi e le offese ricevute dai cacciatori.
Ricordate gli ultimi agonizzanti momenti di vita dell’UNAVI? Ad un recente convegno sulla caccia in Campania un esponente di una autorevole associazione ha auspicato che, prendendo esempio dall’esperienza e dal modello francese, l’ideale sarebbe una sola grande associazione.
E perché allora l’UNAVI è stata sciolta?Non sarebbe bastata una sola tessera per riunire sotto un’unica bandiera tutti i cacciatori?
Troppo semplice e scontata la risposta: nessuna delle associazioni aderenti avrebbe mai accettato di sentirsi alla pari con una consorella magari meno influente e, dunque, mai si sarebbe potuti arrivati alla spartizione delle ambitissime poltrone secondo la consolidata logica della maggiore o minore rappresentatività.Tutte ambivano alle più remunerative, e nessuno cedeva!!
Vi è forse mai capitato di sentire la voce di qualche associazione che abbia scelto di evidenziare e combattere la questione relativa alla “ tassa “ che siamo costretti a pagare per cacciare la migratoria negli ATC? Fingendo di ignorare (ma ne sono consapevoli) che la selvaggina costituisce “patrimonio indisponibile dello Stato” e che, come tale, può essere gestita solo dallo Stato stesso, consentono l’ arrogante politica degli ATC nella consapevolezza che tale silenzio possa, poi, essere speso nei comitati di gestione per interessi diversi.
E perché mai nessuna associazione ha sollevato il problema relativo all’estensione dei parchi che, in quasi tutt’Italia, nelle zone dove sono istituiti, superano di gran lunga, nella loro estensione, le percentuali consentite dalla legge?
Avete mai provato a leggere le dichiarazioni rese dalle associazioni ( ancora oggi visibili su vari siti INTERNET ) quando nel febbraio 2004 il parlamento era ad un passo dall’approvazione di una legge che, finalmente, in linea con la normativa europea, prorogava la caccia fino a febbraio? Tutte opinioni contrarie!!!!!!!
Ecco uno dei tanti motivi del perché abbiamo deciso di costituire il nostro partito:combattere e abbattere il personalissimo strapotere delle nostre associazioni ed il loro costante assenteismo.
Un potere che potrebbe anche non riguardarci, anzi ci rafforzerebbe, se solo fosse esercitato nell’interesse esclusivo dei cacciatori.Ma così non è!!!
Marco Ramanzini, nel n°2008 di DIANA, ha sostenuto autorevolmente che “…vi è bisogno di una posizione ferma, decisa e condivisa a difesa della caccia e dei cacciatori. Ci auguriamo che chi è preposto a farlo sappia trovare la forza per quello scatto di orgoglio che ridarebbe alla caccia italiana, ingiustamente vituperata, un po’ della dignità che le spetta…”
Peccando forse di presunzione, ma sicuri di avere l’orgoglio suggerito dal citato autore, possiamo affermare che siamo nati per questo.
Obbiettivo difficile? Vedremo!!!!!
Continua........
Angelo Dente






2 commenti:

Anonimo ha detto...

MI DOMANDO ?COME MAI FINO A TUTT'OGGI NESSUNO SI E' MAI INTERESATO DI RISOLVERE LA QUESTIONE DOMANDE ATC PER OGNI PROVINCIA ???? E' VERAMENTE UNO SCHIFO,CHE PER ANDARE A CACCIA IN PIU' PROVINCIE DEVO FARE LA DOMANDA ,PAGARE,E' SE TUTTO VA BENE ESSERE SORTEGGIATO???'PERCHE' NON PAGARE UN UNICA QUOTA PER TUTTE LE PROVINCIE ITALIANE!!!!GRAZIE QUESTO E IL MIO QUESITO CHE POI' E' ANCHE UNA QUESTIONE DI LEGGE ANTICOSTITUZIONALE INQUANTO PAGO GIA' PER TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO?????E' PURE CARO ANDARE A CACCIA......

Anonimo ha detto...

Keep up the good work.