venerdì 25 gennaio 2008

Lettera di SIMONETTI Francesco Rosario

Carissimo Presidente
le assicuro di aver letto la sua risposta al Presidente dell'Italcaccia e nonostante io sia un indegno responsabile locale della stessa non posso condividere le critiche che le sono state mosse. E' da tempo che nel mio piccolo vado predicando le sue stesse affermazioni. Si vince, se si vince, uniti e non certo ghettizandoci ciascuno nel suo piccolo guscio associativo facendo finta di nulla e pretendendo di avere la verità assoluta nelle proprie mani (come un dogma di fede). Apprezzo la lealtà e l'abnegazione con le quali lei accompagna i suoi principi e le sue idee e condivido il tentativo di creare una forza super partes dove chiunque possa riconoscersi al di là della tessera associativa. Oggi chi provi ad uscire dal pantano in cui la caccia è stata gettata viene preso per un illuso o per un approfittatore, con buona pace non solo degli ideali che dovrebbero accompagnare qualsiasi società che voglia farsi chiamare civile ma anche di ogni principio umano e morale. La verità pure e semplice è che chi pone critiche e paletti non ha o non ha mai avuto la volontà di lottare in prima persona e si è sempre messo in un angolino in attesa (o meglio in balia) degli eventi. Gente così onestamente, dal mio punto di vista, è meglio che rimanga a casa lotteremo noi anche per loro. Le ribadisco la mia intenzione di collaborare fattivamente con lei in tutti i modi e tempi che lei riterrà opportuni.
A presto sentirci.
SIMONETTI Francesco Rosario

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