Cari amici cacciatori e pescatori,
sul n 2/2008 di DIANA il presidente dell’ITALCACCIA ha riservato parole poco piacevoli al partito dei cacciatori, sicchè ho sentito il dovere di rispondergli con la lettera che di seguito trascrivo, sperando che essa sia da tutti Voi condivisa.Aspetto Vostre osservazioni in merito
Angelo Dente
Gentile Presidente,
ho letto con particolare attenzione, ma non senza rancore, l’articolo a Sua firma apparso sul n 2/08 di DIANA, con il quale Ella, con termini e toni alquanto offensivi, si lamenta della nascita di un nuovo partito politico il quale, a Suo dire, non sarebbe altro che “..una disintegrazione del globale sentire dei cittadini, uno stupido autoisolamento e una gratuita provocazione..”
Lo scritto non specifica quale sia il partito destinatario delle Sue critiche, ma di tutta evidenza appare il riferimento al neonato partito dei cacciatori di cui mi onoro essere stato chiamato a presiederne le attività.
Sicchè per il ruolo che tale carica, forse immeritatamente, mi conferisce e ravvisando nelle Sue espressioni l’intenzione di boxare, che pure è noble art, non posso passivamente sottacere alle Sue accuse che, come Le dirò, rappresentano, purtroppo per Lei e per l’associazione che presiede, un beffardo, e credo non voluto, autogol.
Mi fermo alle tre menzionate affermazioni, benché l’articolo ne contenga altre, forse ancora più offensive, alle quali, però, preferisco soprassedere atteso che, in caso contrario, dovrei necessariamente dar luogo a sterili, inutili e personali polemiche, deviando dalla mia reale intenzione che è solo quella di dimostrarLe, con gentilezza e se possibile, come sia vero l’opposto di quanto da Lei affermato.
Dunque il partito dei cacciatori rappresenterebbe “una disintegrazione del globale sentire dei cittadini”. E’ probabile che ciò sia vero a condizione, però, che il sostantivo “cittadino” sia stato da Lei riferito alla collettività la quale, stanca dell’attuale scarsa qualità della politica, vedrebbe accrescere la propria confusione in virtù della nascita di un nuovo ed ulteriore partito
Il discorso diventa diametralmente opposto, invece, nella più realistica e personale convinzione, che Ella abbia fatto uso del sostantivo per riferirlo ai cacciatori.In tal caso dubito molto che un aggregazione di stampo politico, assolutamente incolore, costituita solo per la difesa e la tutela degli interessi di cacciatori e pescatori possa a questi ultimi non solo dispiacere, ma, addirittura, portarli a disgregarsi.Ne è dimostrazione, e La prego di credermi sulla parola, la continua e costante richiesta di adesioni al partito che giornalmente ricevo, tutte contornate da un unico comune sentimento: la consolidata sfiducia verso tutte le associazioni venatorie colpevoli, a loro dire, di ingiustificato e costante silenzio verso i problemi della caccia.Non Le indico poi, per timore di apparire presuntuoso, le adesioni provenienti dal mondo imprenditoriale seriamente preoccupato per il venir meno dei benefici provenienti dall’indotto venatorio.All’uopo mi permetto solo di consigliarLe una verifica mediante un rapido sguardo al sito/blog del partito ed ai commenti in esso pubblicati.
Non mi pare, allora, che il movimento da me presieduto possa portare ad una disgregazione dei cacciatori, al contrario credo che esso li unisca li rafforzi e li induca a credere che qualcosa o qualcuno sia, finalmente, sceso in campo(senza alcuna allusione per il termine)per una disinteressata difesa dei diritti loro spettanti.
Quanto fin qui considerato introduce in via diretta e immediata l’analisi della Sua seconda critica affermazione secondo la quale con il partito dei cacciatori non potrebbe che aversi ”…uno stupido autoisolamento…”
Superfluo affermare che l’offesa, benché riferita al partito, appare rivolta ai suoi fondatori e a tutti coloro che decidessero di aderirvi, per il che lascio ad essi il compito di valutare la portata di detta affermazione. Nel merito tengo a precisarLe che nessuno di noi ha mai presuntuosamente pensato di lavorare in isolamento.Forse siamo stupidi, come Lei afferma e ingenui, come io aggiungo, ma abbiamo, fin dall’inizio, creduto immaginato e, soprattutto, sperato che il nostro intendo di creare una forza politica utile a tutti fosse condiviso, capito e recepito da tutti gli operatori del settore, associazioni comprese. Mi accorgo, purtroppo, e se queste sono le premesse, che probabilmente dovremo iniziare a dedicare una parte dei nostri sforzi anche a difenderci dal “ fuoco amico “ e che prima di combattere quelli che sembrano i comuni nemici, dovremo guardarci dall’ostruzionismo di chi teme di perdere onerosissime e ambitissime poltrone.Non oso pensare che questo sia il reale panorama perchè se cosi fosse, se cioè il nostro primo obiettivo è affrontare lotte interne, allora passivamente e per sempre bisognerà subire, tacere e lasciare spazio all’opinione e ai soprusi del Pecoraro Scanio di turno.
Infine il partito sarebbe sorto come “..una gratuita provocazione..”.Avrei curiosità di conoscere il percorso mentale da Lei effettuato per una così grossolana gaffe: e chi sarebbe il soggetto o i soggetti da provocare? E soprattutto quale sarebbe il fine e l’utilità di detta provocazione?La verità è che nel Suo intervento si avverte un sottile(ma non tanto)timore per una probabile defaillance delle associazioni nel caso in cui il partito, come mi auguro e come si augurano tutti coloro che hanno aderito, dovesse cominciare ad avere un qualche, seppur lieve, peso nei vari tavoli istituzionali.Ad ogni buon conto mi permetta di tranquillizzarLa: l’obiettivo, almeno il nostro, è quello di lavorare, se possibile, in simbiosi.
Da ultimo mi lasci una personalissima considerazione.Mi spiace che Ella abbia perso una buona occasione per assumere il ruolo filosofico dell’allodola di Strauss in luogo di quello della civetta di Minerva.
David Strauss, studioso di Hegel: se per Hegel il compito del filosofo è di comprendere le ragioni di un epoca che si è compiuta(ricorda l’immagine della civetta)per Strauss è un diritto del filosofo opporsi allo status quo per cambiare ciò che non va.L’immagine usata da Strauss è quella dell’allodola:il filosofo è come l’allodola che annuncia il nuovo giorno.
Cordialmente
Angelo Dente
sul n 2/2008 di DIANA il presidente dell’ITALCACCIA ha riservato parole poco piacevoli al partito dei cacciatori, sicchè ho sentito il dovere di rispondergli con la lettera che di seguito trascrivo, sperando che essa sia da tutti Voi condivisa.Aspetto Vostre osservazioni in merito
Angelo Dente
Gentile Presidente,
ho letto con particolare attenzione, ma non senza rancore, l’articolo a Sua firma apparso sul n 2/08 di DIANA, con il quale Ella, con termini e toni alquanto offensivi, si lamenta della nascita di un nuovo partito politico il quale, a Suo dire, non sarebbe altro che “..una disintegrazione del globale sentire dei cittadini, uno stupido autoisolamento e una gratuita provocazione..”
Lo scritto non specifica quale sia il partito destinatario delle Sue critiche, ma di tutta evidenza appare il riferimento al neonato partito dei cacciatori di cui mi onoro essere stato chiamato a presiederne le attività.
Sicchè per il ruolo che tale carica, forse immeritatamente, mi conferisce e ravvisando nelle Sue espressioni l’intenzione di boxare, che pure è noble art, non posso passivamente sottacere alle Sue accuse che, come Le dirò, rappresentano, purtroppo per Lei e per l’associazione che presiede, un beffardo, e credo non voluto, autogol.
Mi fermo alle tre menzionate affermazioni, benché l’articolo ne contenga altre, forse ancora più offensive, alle quali, però, preferisco soprassedere atteso che, in caso contrario, dovrei necessariamente dar luogo a sterili, inutili e personali polemiche, deviando dalla mia reale intenzione che è solo quella di dimostrarLe, con gentilezza e se possibile, come sia vero l’opposto di quanto da Lei affermato.
Dunque il partito dei cacciatori rappresenterebbe “una disintegrazione del globale sentire dei cittadini”. E’ probabile che ciò sia vero a condizione, però, che il sostantivo “cittadino” sia stato da Lei riferito alla collettività la quale, stanca dell’attuale scarsa qualità della politica, vedrebbe accrescere la propria confusione in virtù della nascita di un nuovo ed ulteriore partito
Il discorso diventa diametralmente opposto, invece, nella più realistica e personale convinzione, che Ella abbia fatto uso del sostantivo per riferirlo ai cacciatori.In tal caso dubito molto che un aggregazione di stampo politico, assolutamente incolore, costituita solo per la difesa e la tutela degli interessi di cacciatori e pescatori possa a questi ultimi non solo dispiacere, ma, addirittura, portarli a disgregarsi.Ne è dimostrazione, e La prego di credermi sulla parola, la continua e costante richiesta di adesioni al partito che giornalmente ricevo, tutte contornate da un unico comune sentimento: la consolidata sfiducia verso tutte le associazioni venatorie colpevoli, a loro dire, di ingiustificato e costante silenzio verso i problemi della caccia.Non Le indico poi, per timore di apparire presuntuoso, le adesioni provenienti dal mondo imprenditoriale seriamente preoccupato per il venir meno dei benefici provenienti dall’indotto venatorio.All’uopo mi permetto solo di consigliarLe una verifica mediante un rapido sguardo al sito/blog del partito ed ai commenti in esso pubblicati.
Non mi pare, allora, che il movimento da me presieduto possa portare ad una disgregazione dei cacciatori, al contrario credo che esso li unisca li rafforzi e li induca a credere che qualcosa o qualcuno sia, finalmente, sceso in campo(senza alcuna allusione per il termine)per una disinteressata difesa dei diritti loro spettanti.
Quanto fin qui considerato introduce in via diretta e immediata l’analisi della Sua seconda critica affermazione secondo la quale con il partito dei cacciatori non potrebbe che aversi ”…uno stupido autoisolamento…”
Superfluo affermare che l’offesa, benché riferita al partito, appare rivolta ai suoi fondatori e a tutti coloro che decidessero di aderirvi, per il che lascio ad essi il compito di valutare la portata di detta affermazione. Nel merito tengo a precisarLe che nessuno di noi ha mai presuntuosamente pensato di lavorare in isolamento.Forse siamo stupidi, come Lei afferma e ingenui, come io aggiungo, ma abbiamo, fin dall’inizio, creduto immaginato e, soprattutto, sperato che il nostro intendo di creare una forza politica utile a tutti fosse condiviso, capito e recepito da tutti gli operatori del settore, associazioni comprese. Mi accorgo, purtroppo, e se queste sono le premesse, che probabilmente dovremo iniziare a dedicare una parte dei nostri sforzi anche a difenderci dal “ fuoco amico “ e che prima di combattere quelli che sembrano i comuni nemici, dovremo guardarci dall’ostruzionismo di chi teme di perdere onerosissime e ambitissime poltrone.Non oso pensare che questo sia il reale panorama perchè se cosi fosse, se cioè il nostro primo obiettivo è affrontare lotte interne, allora passivamente e per sempre bisognerà subire, tacere e lasciare spazio all’opinione e ai soprusi del Pecoraro Scanio di turno.
Infine il partito sarebbe sorto come “..una gratuita provocazione..”.Avrei curiosità di conoscere il percorso mentale da Lei effettuato per una così grossolana gaffe: e chi sarebbe il soggetto o i soggetti da provocare? E soprattutto quale sarebbe il fine e l’utilità di detta provocazione?La verità è che nel Suo intervento si avverte un sottile(ma non tanto)timore per una probabile defaillance delle associazioni nel caso in cui il partito, come mi auguro e come si augurano tutti coloro che hanno aderito, dovesse cominciare ad avere un qualche, seppur lieve, peso nei vari tavoli istituzionali.Ad ogni buon conto mi permetta di tranquillizzarLa: l’obiettivo, almeno il nostro, è quello di lavorare, se possibile, in simbiosi.
Da ultimo mi lasci una personalissima considerazione.Mi spiace che Ella abbia perso una buona occasione per assumere il ruolo filosofico dell’allodola di Strauss in luogo di quello della civetta di Minerva.
David Strauss, studioso di Hegel: se per Hegel il compito del filosofo è di comprendere le ragioni di un epoca che si è compiuta(ricorda l’immagine della civetta)per Strauss è un diritto del filosofo opporsi allo status quo per cambiare ciò che non va.L’immagine usata da Strauss è quella dell’allodola:il filosofo è come l’allodola che annuncia il nuovo giorno.
Cordialmente
Angelo Dente
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