giovedì 22 maggio 2008

IL PRESIDENTE GIACOMO GONDONI SULLA PROPOSTA MAIO

Ho letto con attenzione le valutazioni dell'Arciere Cacciatore. Ritengo queste sue esternazioni leali e corrispondenti alla realtà. E' mio dovere ringraziarlo, perché ci ha dato l'occasione di aprire un dibattito interno che, se svolto seriamente, ci può aiutare nel determinare strategie operative da tenersi nel prossimo futuro, senza dimenticare che il nostro ruolo deve essere, sempre, esclusivamente politico. Un ruolo politico che vuole essere -e deve essere- il cambiamento positivo della gestione del territorio e dell'attività venatoria. Per ottenere questo si deve dimostrare che la politica preconcetta (nei confronti della caccia) e del no (nei confronti della modernizzazione e della gente) messa in essere finora, ha determinato disastri e non soluzioni.
I politici e/o amministratori non hanno voluto tenere in considerazione che l'essere umano, storicizzando il territorio naturale e costruito, si colloca da sempre al centro dell’universo, così come le sue tradizioni; questi pensavano di proteggere l’Ambiente e la Fauna relegando l’umano al ruolo di comparsa, sbagliando i conti con la Natura, quella vera. Un altro errore lo hanno commesso quando hanno imposto di proteggere. Proteggere significa difendere qualcosa o qualcuno senza intervenire in alcun modo dall’esterno, mentre conservare ha un significato assai diverso, poiché prevede di intervenire proprio laddove ciò sia necessario. Il nostro obiettivo è di conservazione della Natura, della Fauna e del territorio, nel rispetto delle esigenze dell’essere umano. Proprio per questo riteniamo che la metodologia applicata nella gestione dei Parchi e delle Oasi di Protezione, in nome di un’irresponsabile massima, quella del tutto vietato e sempre, sia un'altra scelta errata. Infatti, i fallimentari risultati che hanno espresso questi territori, con esiti quasi indecorosi, sia per l’Ambiente, sia per la Fauna nel suo complesso, lo confermano. Come affermato sopra, siamo per il cambiamento positivo, pertanto, riteniamo doveroso rivedere e modificare le leggi inerenti a queste gestioni. I risultati avuti dalle politiche del no e del vietato si sono dimostrati fallimentari, pertanto, riteniamo utile e necessario riorganizzare il territorio, costruirlo e gestirlo in maniera armoniosa ed equilibrata, nel rispetto delle diversità, delle identità e delle esigenze di ciascun cittadino, in città come in campagna, per garantire a tutti una migliore qualità della vita. Questo è possibile se non si esclude nessuno e non si hanno preconcetti nei confronti della caccia; cosa che non hanno fatto i politici e gli amministratori pubblici negli ultimi vent'anni.
Bene ha fatto l'Arciere Cacciatore ad incentivare il dibattito, perché questo voleva e questo, facendo scoccare la sua freccia, ha ottenuto. Per evitare incomprensioni o malintesi, visto che lo conosciamo bene, dobbiamo precisare che è sempre stato a conoscenza, condividendolo e sostenendolo, del nostro progetto. Nel progetto c'era e c'è quello che andiamo a confermare e a precisare: “Caccia Ambiente non ha mai pensato di aprire contenziosi o polemiche con le associazioni venatorie, anzi, nei confronti di queste ha sempre dimostrato rispetto e riconoscimento per l'importante lavoro e ruolo che svolgono. Caccia Ambiente non ha intenzione di fare associazioni di categoria, perché il suo ruolo è, e rimane, di Partito politico.”
E' anche vero che alcune associazioni venatorie non si sono comportate con altrettanto rispetto nei nostri confronti, ma questa è una questione di stile che gli riconosciamo quale diritto.
Ora dobbiamo lavorare in modo capillare per farci conoscere dalla gente e ricevere il massimo consenso dalla base e, possibilmente, dalla base di tutte le realtà sociali interessate: cacciatori, pescatori, agricoltori, ambientalisti, quelle che praticano attività sportive o culturali all'aria aperta, quelle che usufruiscono dei prodotti del sottobosco e le attività così dette dell'indotto.
L'importante è quello di guadagnarci la fiducia, il consenso e l'adesione dei cittadini, poi, automaticamente, avremo un rapporto diverso anche con le associazioni di categoria.
Non dimenticate mai che noi siamo “nati” per volontà della base e non di associazioni di categoria.
Un cordiale saluto a tutti: favorevoli e contrari.

Giacomo Gondoni

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